Per “coscienza” si intende la qualità della mente che include la soggettività, la autoconsapevolezza, la conoscenza e la capacità di individuare le relazioni tra sé e il proprio ambiente circostante. (wikipedia)

Sino ad oggi, la coscienza di sè era stata scientificamente provata solo in alcune specie animali, ovvero tutte quelle che avevano risposto positivamente al test di auto-riconoscimento allo specchio (MSR), quali ad esempio grandi scimmie, alcuni delfini, la gazza eurasiatica e alcune formiche.
Oggi, grazie ad uno studio del dottor Roberto Cazzolla Gatti, professore associato presso la Tomsk State University in Russia, è stato riscontrata la coscienza di sè anche nel cane grazie ad un esperimento molto ingegnoso (e anche incredibilmente intuitivo!). Secondo il professor Cazzolla Gatti infatti, è proprio lo strumento utilizzato per rilevare la coscienza di sè a non essere idoneo nel caso dei cani. Di fatti, il senso per eccellenza del cane è l’olfatto, mentre il MSR utilizza il senso della vista, creando così una difficoltà nella rilevazione dei dati.
In questo studio invece, i cani sono stati esposti a 5 contenitori in cui era stata versata sia la pipì di altri cani, sia la loro, sia un fiocco di cotone inodore. Ciò che è emerso è che il cane ha dedicato più tempo ad annusare la pipì altrui che la sua.
“Il risultato”, commenta lo studioso, ” conferma l’ipotesi che i cani sembrano conoscere esattamente il proprio odore, ne siano meno interessati, e siano, pertanto consapevoli di sé.”
D’altronde, tutti i proprietari di cani sanno che, portando a spasso il proprio cane e facendo lo stesso tragitto tutti i giorni, il cane mostrerà molto interesse per le pipì altrui, ma pochissimo quando si imbatte in una sua traccia olfattiva. Nel mio caso, in quanto proprietaria di 2 cani, mi è saltato all’occhio che entrambi i cani dedicano pochissimo tempo all’analisi delle pipì di entrambe, come se l’interesse calasse anche verso la pipì del loro compagno di vita (forse perchè ben conosciuta e priva quindi di informazioni nuove).

“Inoltre”, racconta il professore, “lo studio mostra una correlazione tra l’età dei singoli cani e il tempo trascorso ad annusare i campioni di urina, risultato che supporta fortemente l’idea che la consapevolezza di sé aumenti con l’età, come dimostrato in altre specie, come gli scimpanzé e l’uomo.”

Fonte: http://www.tandfonline.com/…/abs/10.…/03949370.2015.1102777…

 

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