Tutti noi sappiamo cosa vuol dire aver paura e tutti noi sappiamo quanto sia complesso trascendere questa emozione antica e profonda. Trascendere la paura, trasformarla in coraggio, non è complesso solo per noi persone: lo è per i nostri animali.

La paura nasce in una parte super antica del cervello e quando questa emozione raggiunge una certa intensità, prende il comando, rendendo difficilissimo il ragionamento.

Ti è mai capitato di avere un attacco di panico o di essere terrorizzato? In quel momento siamo disconnessi dalla realtà, il nostro corpo si tende, il cervello va in modalità automatica e reagiamo in modo puramente istintuale.

Per questo quando una persona, un cane o un gatto, è in preda alla paura, può commettere sciocchezze, come scappare senza prestare attenzione a dove relamente sta andando, rischiando di finire investito.

Quando un individuo è in preda alla paura, tenta in tutti i modi di salvarsi.

Quale strategia attuerà, dipende dalla sua personalità, dal suo istinto e dagli insegnamenti ricevuti.

Per tutti gli individui viventi (che possono muoversi), esistono 4 importanti risposte alla paura:

  • la fuga: permette di mettersi in salvo dal pericolo
  • immobilizzarsi: restare fermi è un ottimo modo per salvarsi la vita. Alcuni predatori si accorgono della presenza di una preda solo se è in movimento. Inoltre, l’immobilità “raffredda” l’istinto predatorio e l’aggressività dell’avversario, rendendolo più pacifico e, se siamo fortunati, può anche disinnescare la sua attenzione verso di noi.
  • sdrammatizzare: una delle risposte più interessanti e affascinanti è proprio sdrammatizzare. Come quando come un cane che, spaventato da un altro cane, fa un inchino al gioco invece di scappare.
  • lotta: la famosa aggressività da paura, ovvero la reazione aggressiva, di offesa, dinanzi a chi ci fa paura.

Ma perché la paura è così diffusa?

Possiamo chiederlo al furbissimo Toxoplasma, che ha puntato la sua intera strategia di sopravvivenza e riproduzione sulla assenza di paura.

Il toxoplasma è il parassita responsabile della toxoplasmosi. Il toxoplasma è presente nel corpo di moltissimi animali ma si riproduce molto velocemente solo nei tessuti dei felini.

Così, per aumentare le sue probabilità di riproduzione, ha creato una strategia vincente: il toxoplasma infetta un roditore (es. topo) e ne modifica il comportamento, diminuendo la paura verso il gatto che creando in lui una attrazione fatale per l’odore di urina di gatto.

In questo modo, il roditore, invece di aver paura del gatto, andrà alla sua ricerca, decretando la sua fine e, contemporaneamente, la sicurezza riproduttiva per il toxoplasma.

Ecco perché la paura è importante: ci tiene lontani dai pericoli.

Se la paura in antichità ha protetto gli attuali animali da predatori terribili, permettendo loro di arrivare sino a noi, oggi risulta abbastanza anacronistica. Sono davvero poche le situazioni in cui un cane o un gatto domestico rischia realmente la vita. La domesticazione è stata più veloce del processo evolutivo biologico.

E’ come se la biologia non stesse al passo con i tempi, attuando meccanismi di risposta al pericolo anche quando questo pericolo difficilmente si verificherà.

Ecco che la paura passa da strumento salvavita ad emozione disfunzionale. E così troviamo cani e gatti terrorizzati da persone, luoghi o situazioni che non rappresentano davvero un pericolo e che possono essere integrati nella vita in modo più sereno e rilassato.

E’ arrivato il momento di trascendere questa emozione, di ribaltare il suo sentire da sensazione di angoscia a stato di serenità consapevole. Per gli animali come per noi.

Ma come si fa?

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